Le spese per la riqualificazione energetica degli immobili possono essere davvero ingenti. Si tratta però di modifiche che spesso ci permettono di risparmiare parecchio nel lungo periodo, oltre ad essere molto utili per la salvaguardia dell’ambiente.
In Italia questo è particolarmente vero anche in virtù del fatto che, secondo l’ultimo censimento ISTAT (2015), più del 60% del patrimonio immobiliare del nostro paese ha un’età superiore ai 60 anni e che più del 50% delle emissioni di CO2 proviene dagli impianti di riscaldamento degli edifici. Gli interventi di riqualificazione sono in grado di far risparmiare fra il 10% ed il 50% dell’energia, quindi delle emissioni.
Cos’è l’EcoBonus?
Dal momento che si tratta di interventi che hanno anche un impatto sul bene comune, da tempo il governo costituisce delle campagne d’incentivazione. L’EcoBonus 2018 consiste in un’agevolazione fiscale per i contribuenti che sostengono spese per interventi di riqualificazione energetica. È valida sia per la casa o gli edifici condominiali che su uffici, negozi e capannoni.
Consiste in una detrazione (dall’IRPEF se la spesa è effettuata dal contribuente privato, ditta individuale, professionista o socio di società, oppure dall’IRES se è sostenuta da una società di capitali) che lo Stato riconosce quando vengono eseguiti lavori per aumentare l’efficienza energetica degli edifici già esistenti. Le spese da conteggiare per la detrazione riguardano moltissimi tipi di intervento, fra i quali l’installazione di infissi e schermature, di pannelli solari e di dispositivi multimediali per il controllo da remoto degli impianti di riscaldamento o di climatizzazione.
La detrazione può variare fra il 50% ed il 65% (sulle parti comuni di edifici condominiali sale al 70-75%) delle spese sostenute, a seconda del tipo di intervento effettuato e spetta al ricorrere di una serie di condizioni. Ad esempio, in caso di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale, per ottenere il massimo, il 65%, non è sufficiente installare una caldaia ad alta efficienza (classe A) ma è necessario dimostrare la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti (appartenenti alle classi V, VI oppure VIII).
Torna in Cima
Quali spese sono agevolate?
Le spese sostenute per ridurre il fabbisogno energetico per il riscaldamento e per migliorare e mantenere il calore all’interno dell’edificio sono considerate come detraibili. Sono soggette ad agevolazione le spese per l’installazione di finestre, infissi o coibentazioni, oltre che l’installazione di pannelli solari e la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.
In pratica, si tratta di tutti gli interventi che consentono un minore spreco di energia, più risparmio e maggiore efficienza energetica. Il tetto massimo per la detrazione varia a seconda del tipo di intervento: è di € 100.000 per gli interventi di riqualificazione edilizia dell’efficienza energetica degli edifici esistenti, mentre scende a € 60.000 se i lavori riguardano solo l’involucro (pareti, finestre e infissi) e l’installazione di pannelli solari. Per la sola sostituzione degli impianti di riscaldamento/climatizzazione invernale il tetto massimo è invece di € 30.000.
Torna in Cima
Chi può chiedere la detrazione fiscale del 65%?
Per quest’anno la detrazione al 65% sarà concessa solamente a chi installa una caldaia a condensazione di classe A, contemporaneamente a sistemi di termoregolazione evoluti, mentre chi effettua solo l’installazione della caldaia (sempre di classe A, l’unica valevole per l’EcoBonus) si dovrà accontentare del 50%.
Le detrazioni sono comunque valide per tutte le persone fisiche private e non, i contribuenti titolari di Partita IVA con redditi d’impresa o esercenti arti e professioni (persone fisiche, società di persone, società di capitali). La detrazione spettante riguarda l’imposta lorda sull’IRPEF in caso di contribuenti persone fisiche, sull’IRES in caso di società; è valida anche se la spesa è sostenuta da familiari conviventi, naturalmente solo per quanto riguarda gli immobili non strumentali alle attività di impresa.
Torna in Cima
Come funziona?
Per determinare l’importo della detrazione spettante sarà necessario suddividere la spesa sostenuta in un numero massimo di 10 rate annuali. Ogni anno verrà quindi portato in detrazione il 50% o 65% (70-75% a seconda dei casi) dell’importo della singola rata.
Ad esempio, se nel 2018 abbiamo sostenuto una spesa per riqualificazione energetica di € 10.000, detraibile al 65%, questo importo sarà poi da ripartire in 10 rate annuali da € 1.000 ciascuna, riportabili nella dichiarazione dei redditi per il 2018 e in quelle dei 9 anni successivi. Nel 2019, con il mod. 730 o Unico relativo al periodo di imposta 2018, sarà possibile ottenere la detrazione, dalle proprie tasse, di € 650, ossia del 65% dell’importo della prima rata, della spesa sostenuta e imputata all’anno 2018. Ovviamente sarà necessario verificare che l’importo complessivo delle detrazioni spettanti non sia superiore all’importo dell’imposta dovuta, in quanto un’eventuale eccedenza non può essere riportata negli anni successivi né tantomeno chiesta in rimborso.
Torna in Cima
I documenti che servono per ottenere la detrazione
Per ottenere la detrazione è necessario produrre alcuni documenti (redatti da tecnici abilitati) che attestino l’effettuazione dei lavori e ne certifichino la qualità; i documenti vanno poi conservati, insieme alle ricevute di pagamento, per gli eventuali controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. I documenti sono:
- Attestazione di Certificazione energetica dell’edificio (ACE/APE): non è richiesta solamente se l’intervento di riqualificazione è consistito in sostituzione di infissi sul singolo alloggio, nell’installazione di pannelli solari o nella sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale.
- Scheda informativa degli interventi realizzati: può essere utilizzata la scheda semplificata, piuttosto facile da compilare.
- Asseverazione (Attestazione di corrispondenza dell’intervento ai requisiti indicati dalla legge): si tratta di una certificazione che va redatta solo in caso di installazione finestre e infissi o sostituzione dell’impianto di climatizzazione invernale. Nell’ultimo caso, se la potenza dell’impianto è inferiore a 100 Kilowatt, l’attestazione può essere sostituita dalla dichiarazione del produttore.
Certificazione energetica e scheda informativa devono essere spedite all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori. La procedura può essere effettuata esclusivamente per via telematica attraverso la registrazione sul portale dedicato presente sul sito dell’ENEA.
Per i contribuenti privati sarà inoltre necessario effettuare il pagamento servendosi di un bonifico bancario specifico che precisa nella propria causale l’intervento di riqualificazione energetica effettuato.
Torna in Cima